domenica 14 giugno 2015
[Cinecartografia] Ho visto cose che voi umani - lettera B
Bahamas - Children of God (2010); omosessualità e danni da omofobia, concretizzati nella storia di due giovani bahamensi. Discreto. // Bahrein
- Al-Bashara (2009); cortometraggio di cui ricordo poco meno che nulla, se non che il protagonista è un vedovo che muore di tristezza. // Bangladesh - Television
(2012); interessante commedia piuttosto godibile. In un paesino bengalese convivono due comunità, una induista e una musulmana; il "sindaco" è un musulmano estremamente tradizionalista, al punto di imporre il divieto assoluto di usare la TV nel paese (perché trasmette immagini di persone, cosa proibita dal Corano). Ovviamente la popolazione non vive bene la cosa, soprattutto gli induisti che non dovrebbero sottostare a questo veto. Varie tensioni e tentativi di soluzione si avvicenderanno fino ad un finale non risolutivo ma possibilista. // Barbados - Auntie (2013); corto sulla vicenda di una ragazza e di sua zia, che l'ha cresciuta come fosse la madre, finché la ragazza decide di partire per raggiungere la madre in Inghilterra. Roba amatoriale. // Belgio - 22 Mei (2010); mindfuck pauroso. L'addetto alla sicurezza di un centro commerciale nelle Fiandre sopravvive ad un'esplosione accaduta sul luogo di lavoro. Avrebbe potuto evitare che l'esplosione avvenisse? I fantasmi delle vittime tornano a perseguitarlo con questa domanda, costringendo a rivivere l'evento, oltre ad altre vicende della sua vita. //
Belize - 2012: Kurse a di Xtabai (2012); credo primo e unico film beliziano della storia, è un horror elementarissimo con radici nel folklore locale (non so quanto reinterpretato, o se addirittura del tutto inventato); tutto molto casalingo comunque. Da Oscar una scena, ad inizio film, in cui un bambino in primissimo piano guarda direttamente in camera. // Benin - Africa paradis
(2006); no, allora: questo lo devo ancora guardare. ma ho visto il trailer ed ho letto la trama, e siamo praticamente dalle parti di "Gli Stati Uniti d'Africa" Abdourahman Waberi (anche se a tinte meno cupe): una coppia di profughi francesi emigra dalla povera Francia per cercare rifugio nella ricca Confederazione Africana. L'idea è valida, sulla realizzazione vi dirò. // Bhutan - La Coppa
(1999); in un monastero bhutanese la tranquilla vita monacale degli studenti viene scossa dagli imminenti mondiali di calcio. Uno dei ragazzini è infatti intenzionato a vedere la finale, a dispetto delle ferree regole del luogo santo, e coinvolge altri compagni in un piano. È un film molto valido, completamente immerso in una cultura distantissima dalla nostra ma con qualche tratto in comune (anche i futuri Lama apprezzano la palla in cuoio, pare). Bello. // Bielorussia - Anime nella nebbia (2012); durante la WWII, vicino al confine con la Germania, un soldato russo viene preso per traditore dai partigiani. Decidono di punirlo, ma qualcosa va storto. Non è un film di guerra, ma un lento dramma carico di significati morali. Non riuscitissimo, ma sopra la sufficienza. // Birmania (o Myanmar, 'azzo ne so)
- Adam, Eve and Datsa (1997) [ma il titolo originale pare suoni come Ar-Dan-Yal-Aye-Wa-Yal-Da-Tha-Yal]; più che un film è una telenovela. Datsa ed Eve stanno assieme, ma Datsa sembra pensare più alla sua azienda che ad Eve; Eve ama Datsa ma sopporta la situazione sempre meno. Le cose si complicano quando Eve incontra Adam che è un ragazzo d'oro e i sentimenti di lei vacillano. Le cose si complicano (2) quando Datsa e Adam si pestano i piedi (o si odiavano già prima, onestamente non ricordo) e Datsa diventa geloso: le cose poi si complicano (3) quando Datsa comincia a fare il doppio gioco con Eve (cambiando continuamente atteggiamento verso di lei manco fosse mestruato) per il proprio tornaconto. Le cose si complicano (4) quando si scopre che i due nemici sono fratelli. Siete ancora svegli? Un film memorabile soprattutto per una splendida frase di Adam detta sorridendo e senza un filo di ironia: "Non importa che tu sia gay o normale!" // Bolivia - El día que murió el silencio
(1998); l'arrivo di un imprenditore deciso a portare l'innovazione della radio in uno sperduto paesino boliviano è destinato a sconvolgere la pacifica comunità del posto. Un film per romantici. Si lascia guardare. // Bosnia Erzegovina - No man's land
(2001); durante il conflitto yugoslavo due soldati bosniaci e uno serbo rimangono intrappolati in una trincea sul confine tra i territori controllati dai due fronti, senza poter uscire perché sarebbero immediatamente scambiati per nemici da entrambi gli schieramenti. Saranno costretti a una convivenza indesiderata fino a quando sarà trovata una soluzione. Riuscita commedia nera, spiritualmente debitrice di "Comma 22" di Heller nel suo tentativo di dipingere l'assurdità della guerra. Da vedere. // Botswana - Serene
(20??); è sorprendente come, fra tutti gli stati africani, uno relativamente benestante come il Botswana sia totalmente privo di produzione cinematografica. Solo qualche corto come questo bislacco Serene, su una ragazza in manicomio. Del tutto amatoriale. // Brasile - Domésticas
(2001); viceversa il Brasile di roba ne ha da vendere. Tra infime pornochanchada, elaborati film di denuncia e cose arthouse alla Ghezzi ho scovato questa simpatica commedia su un gruppo di domestiche di San Paolo a cui capitano diverse disavventure. Per rinfrancar lo spirito tra un Kubrick e un Oliveira va più che bene. // Brunei - Teluki
(2013); IMDB lo indica come horror, ma probabilmente si riferisce al livello produttivo più che alla trama. Il Brunei in effetti non ha una cinematografia, ma un pugno di ragazzi di belle speranze che, come nel caso di Teluki, probabilmente si limitano a raggruppare amici e parenti in una stanza, accendere la handycam e far dire parole a caso. Con risultati immaginabili. // Bulgaria - The world is big and salvation lurks around the corner
(2008); coproduzione tra un sacco di paesi slavi e non-slavi (tra cui l'Italia), è un bel dramedy che parla di comunismo, emigrazione, famiglia, disperazione, speranza, coraggio e backgammon. Un rispettato pensionato parte dal suo pesino in Bulgaria per andare in Germania a recuperare suo nipote -che non vede da annia, da quando ancora esisteva il blocco comunista- che è rimasto coinvolto in un incidente d'auto. Il giovane non ricorda nulla e tantomeno capisce che l'uomo davanti a lui è suo nonno. Il vecchio non si perde d'animo e parte per il viaggio di ritorno, con il nipote, in bicicletta. Numerosi flashback chiariranno le vicende accessorie. Commovente. // Burkina Faso - Tilaï
(1990); bel lavoro proveniente dalla culla del cinema subsahariano: dramma familiare che racconta la vicenda di Saga, soldato che torna al suo villaggio dopo anni di guerra, e Nogma, sua promessa sposa. Mentre Saga era via suo padre ha sposato Nogma. Saga non accetta la cosa, e ne seguiranno conseguenze catastrofiche per tutti. Qualcuno l'accomunato -per tematiche- ad un western, ed in effetti non è azzardato. Film interessante e particolarmente tetro nel finale, nonostante tutto quel sole africano. // Burundi - Nothing's the same
(2008); cortometraggio, in realtà non molto più che uno "spot" a favore del controllo dell'AIDS e contro l'omertà verso gli stupri. Comunque un lavoro pregevole, nel suo genere.
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