Credo valga la pena di commentare uno dei più grandi eventi nel campo della musica italiana degli ultimi... boh, non lo so degli ultimi cosa. Mi riferisco comunque alla sorprendente dissepoltura di Mauro Repetto da parte di Max Pezzali, come parte dei festeggiamenti per il ventennale del primo successo degli 883 Hanno ucciso l'Uomo Ragno.
Il Pezzali, che ha fiuto per gli affari, non ci ha messo molto a comporre una rievocazione storica che, da quel che posso intuire a naso, travalica in trash persino i suoi esordi. Nel 1991 (che è anche l'anno in cui ho scoperto Elio e le Storie Tese, per inciso, grazie al famigerato incidente del concerto del primo maggio con Sabbiature; avevo undici anni (bei tempi)) gli 883 davano alle stampe il loro primo lavoro, il singolo Non me la menare, che presentarono al Festival da Castrocaro. Per caso vidi quell'edizione in TV, alla quale -ricordo distintamente- partecipavano anche i Tiromancino in formazione preistorica con l'orrida Cappuccetto Rosso; ero convinto che Pezzali e Repetto avessero in realtà cantato Pappagallo, ma mi dicono che m'inganno (anche perchè Pappagallo è più recente).
Comunque sia, l'anno dopo gli 883 pubblicano il loro primo album, Hul'UR per l'appunto, che contiene tante cosine simpatiche per gli adolescenti di allora. Non ho mai avuto un vero trasporto per il gruppo [?] pavese, ma ricordo con discreta simpatia gli esordi e i primi anni. E posso dire di aver avuto il dubbio privilegio di vedere passare, sulla gloriosa e mai dimenticata VideoMusic, il videoclip di Baciami qui. Correva il 1995. Mi auguro sappiate di cosa sto parlando. Ma forse è meglio di no.
Oggi Pezzali ripubblica Hanno ucciso l'Uomo Ragno (nel senso dell'album) con l'apporto di un nutrito gruppo di rappatori italici, ognuno dedicatosi al remix di uno dei brani del disco originale. Non ho ascoltato una singola nota e non ci tengo a farlo; degli otto prescelti gli unici che "conosco" sono i Club Dogo -che non sopporto minimamente-, degli altri sette ignoro ogni cosa e mi beo della mia ignoranza. Da buon prevenuto, basandomi sui pochi dati raccolti, etichetterò il disco come "merdata per fare soldi facili" (<- opossum's seal of approval!) e tanti saluti.
In realtà volevo soprattutto parlare del buon Mauro. Dato per anni come disperso in quel di EuroDisney, oggetto di leggende metropolitane che manco Paul McCartney si può permettere, di Repetto non si sapeva nulla di certo dal 1995. Abbiamo dovuto attendere proprio il ventennale del cadavere di Spiderman per scoprire che il biondino muto è vivo e vegeto e -sorpresa!- lavora davvero a EuroDisney. Senza tediarvi coi dettagli della sua vita, ormai facilmente reperibili in rete, mi limiterò a sottolineare la giustizia poetica della sua riesumazione per i festeggiamenti pezzaliani. A onor del vero Max ha ormai da tempo tradito ogni spirito 883esco, affossando quei ricordi in cambiamenti (estetici e musicali) sempre più inquietanti benchè inevitabili; quasi lecito quindi attribuire implicitamente alla sua spalla muta, perennemente congelata nel ricordo dei primi anni '90, la vera essenza residua del duo pavese.
Suo malgrado Repetto si trova invischiato nell'unico singolo del nuovo album, Sempre noi, in cui si mescolano sapientemente musiche loffie, un testo particolarmente poco ispirato e una collaborazione deprimente con un Aleotti ormai totalmente allo sbando (a cui comunque la canzone veste a pennello, sia per le sonorità pessime sia perchè ormai da lustri nei suoi argomenti sembra non saper fare altro che alternare "noi siamo fighi perchè eravamo sfighi" al trittico "una volta qui era tutta campagna, si stava meglio quando si stava peggio e non ci sono più le mezze stagioni"). Il buon Mauro ci mette solo la faccia -proprio come una volta- non emettendo un solo fiato: appare nel video, in una sala-karaoke dove non karaoka perchè doppiato da Max, e probabilmente si prende una sua piccola rivincita mostrando come il tempo, verso i suoi capelli e la sua stazza, non sia stato poco clemente come con l'ex-socio. Quest'ultimo, dal canto suo, pare (mi dicono) non abbia tributato alla vecchia spalla che qualche minimo riconoscimento (giusto il suo nome nei credits delle canzoni e basta). Ma credo che non sia questo ciò che conti realmente per Repetto, quanto le royalties che doverosamente gli spettano.
Bravo Mauro, è stato bello rivederti; ora levati pure dalle balle.
E portati pure dietro l'altro pirla.
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