domenica 12 ottobre 2008

Quale non fu la nostra sorpresa quando trovammo una batteria d'auto abbandonata accanto al cancellino al numero 70

Venti anni fa via Pace era la via più desolata di Manerba. Non tanto d'estate - quando era pregna di chiassose comitive teutoniche, nederlandesi o similari - quanto d'inverno. Il rigidissimo mite inverno basso gardesano.
Via Pace è l'ultimo anfratto asfaltato della Pieve dopo aver svoltato per via Giuseppe Verdi. Via G.V. si interrompe a un certo punto, a ridosso del lago, gira su se stessa e torna indietro (un po' come a Venezia, dopo che avete attraversato il Ponte della Libertà e arrivate a Piazzale Roma). A destra c'è un minigolf. Nascosta dietro il minigolf, via Pace.
Via Pace, come dice il nome, costeggiava, e costeggia tuttora, duecento metri circa di riva gardesana, circa 70 metri all'interno. Non sbuca da nessuna parte, interrompendosi contro un cancello che venti anni fa era bianco e che oggi forse, chissà, potrebbe pure essere giallo. Non sono sicuro che fosse bianco all'epoca. Magari è bianco oggi ed era giallo allora. Dietro quel cancello c'era un residence, perchè via Pace era, ed è, in sostanza questo: un breve sfilare di residence composti da piccoli appartamenti e piccoli garage, popolati da tedeschi d'estate e d'aria stantia d'inverno. Questi edifici, che hanno qualche decina di anni, sono l'unica separazione tra la ghiaiosa riva lacustre e la via Pace propriamente detta, una striscia d'asfalto larga a malapena quanto un SUV.
Questa via ha oggi perso tutto il suo fascino, perchè oggi veramente non ci sono che residence da quattro soldi e i loro garage. Ma ieri, venti anni fa, quando la cortina di ferro era ancora integra, via Pace d'inverno era un luogo da cartolina infernale. Ci abitavano sì e no una mezza dozzina di custodi con famiglia (una delle quali la ricordo bene), il lago di gennaio si rivelava una cornice di una tristezza sconfinata (i pontili, Dio mio, cosa non parevano i pontili d'inverno), e soprattutto la via era deserta e pareva Belgrado dopo un bombardamento. C'era un edificio bellissimo, che mi dicevano essere un ex-supermercato, abbandonato dagli anni '70 e mezzo crollato (oggi non c'è più, c'è un piazzale con dei garage); dietro, alcuni buchi per auto (cit.) pressochè inutilizzati con le erbacce nel selciato. C'erano un sacco di altre bellissime brutture.
Ci sono passato di nuovo l'altro giorno. Ok, non è inverno, ma è comunque bassa stagione. Ma ora è tutto dannatamente terzo millennio, via Pace è stata in gran parte restaurata; è ancora squallida ma di un certo qual triste squallore moderno. Non c'è più quella sincera aria di decadenza secondomondistica.
Via Pace faceva schifo, e mi piaceva. Adesso fa schifo tout court. Vaffanculo.