sabato 30 novembre 2013

L'angolo del retrogaming bislacco e malsano: Running

Nel 1992 Wolfenstein 3D fece da apripista per l'inizio della (ancora oggi) fruttifera era dei first person shooter, che a parer mio inizia ufficialmente l'anno dopo con Doom. Indirettamente Wolf3D e Doom diedero quella che ritengo essere la definitiva spallata agli home computer (Amiga, ST, Archimedes, Apple II, Mac68k), che cominciavano a mostrare qualche ruga e che si rivelarono incapaci di combattere alla pari contro gli x86 sul terreno del treddì. Nonostante questo si provò -perlopiù su Amiga- a prendere qualche contromisura; il tutto si rivelò inefficace e tardivo, e ben presto i pochi shooter 3D non-Wintel divennero mere curiosità partorite nei tardi '90 da hacker nostalgici1. Considerando anche le conversioni da PC, gli FPS per Amy mi pare siano circa una quarantina (ne parlai brevemente molto tempo fa), sulle macchine TOS (Atari ST/TT/Falcon) dovrebbero essercene tra gli 8 e i 12, quelli Mac non lo so (ne conosco solo tre, ma non ho mai approfondito), per Archie/RiscPC ce n'è uno solo (e anche quello meriterebbe di essere approfondito).
Il più avanzato FPS proprietario per Atari Falcon2 è uscito nel 1997: si chiama Running (nome così generico da rendere un incubo la ricerca di informazioni) ed è stato scritto da un quartetto di coder tedeschi. Immaginatevi che razza di gente può mettersi lì a dire "Visto che non abbiamo niente di meglio da fare, perché non scriviamo uno shooter 3D per una macchina uscita 4 anni fa e nata già vecchia, posseduta forse da un migliaio di disperati in tutto il mondo, con un processore Motorola 030 e un paio di mega di RAM?" (Vi ricordo che siamo negli stesi anni in cui si affermano i PC con Pentium, Quake è già uscito, il BUILD è già vecchio, giochi Quake 2 e Unreal stanno quasi per uscire). Detto fatto, ecco a voi Running.


Ah, no, scusate, questo è il sistema operativo del Falcon (il TOS). Sembra proprio Windows 95, vero? (La schermata -come tutte quelle che seguono- l'ho presa io con Hatari, l'unico emulatore di Falcon. E considerate che sono rimpicciolite, quindi non stupitevi della poca spixellatura: c'è, eccome, ma non si vede quasi più).
Immagini tratte dalla prima demo.


 Come dite? Il mostro e la saracinesca vi sembrano familiari? Ma no, è un'impressione...
Fortunatamente il gioco definitivo ha una personalità più... indipendente:



I nuovi nemici hanno una bellissima cera.



Che burloni questi tedeschi!



Sono morto, ucciso da quella chiazza biancastra davanti a me: quello che sembra un vecchietto con una tunica (o almeno così mi era sembrato appena ne ho visto uno la prima volta) è in realtà uno scienziato con una tuta antiradiazioni. Poco fuori dall'inquadratura sulla sinistra c'è un civile. CAZZO CI FA UN CIVILE IN UNA BASE MILITARE? PERALTRO CON MATERIALE NUCLEARE? Bella l'idea della GUI di Windows, appena è apparsa ho avuto uno straniamento pazzesco.



Killed in action. Che fine ingloriosa. E che 3D evoluto.





Sapete cosa? Non so come giri su Falcon liscio, ma su macchine accelerate (con schede CT60/CT63) e su emulatore è un gioco che -date le premesse- si difende pure bene!

Bonus: un video di gameplay. Buona visione.



(PS: tralasciando il tono ironico del testo: Running ha uno strano fascino; weird, ok, però ce l'ha. È sorprendentemente ben realizzato e merita rispetto. Peccato che prodotti così su sistemi di ultranicchia siano ormai quasi scomparsi).



[1] negli stessi anni i prodotti Wintel erano frattanto piagati da un'inverosimile quantità di trashate inqualificabili. A mio modesto avviso, FPS e picchiaduro sono i generi più proni al trash dell'intero mondo dei videogiochi. Gli anni '90 ci hanno regalato dei veri e propri crimini contro l'umanità.
[2] il Falcon è stato l'ultimo discendente ufficiale della linea ST, più o meno come l'Amiga 1200 è stato l'ultimo Amiga classico. Arrivò sul mercato nel '93, già fuori tempo massimo per il mercato degli home computer, e venne in breve ritirato dopo che l'Atari fece la SAGGISSIMA scelta di concentrarsi sul Linx e sul Jaguar. Fondamentalmente è vero, insistere nel mondo dei computer ormai già soffocato dal dominio di Gates sarebbe stato un suicidio: aveva più senso gettarsi nell'ancora vivibile settore console; ma magari farlo con cognizione di causa non avrebbe guastato...

mercoledì 27 novembre 2013

Ma non ci sono montagne in Estonia! (“Hukkunud Alpinisti” hotell)

Mentirei se dicessi che “Hukkunud Alpinisti” hotell (traducibile in stivalese come “L'hotel dell'alpinista morto”) mi ha convinto. Pure, resta un lavoro di bizzarro fascino.

Questa locandina non ha molto a che vedere
con il film, in realtà.

Prodotto apparentemente di culto nella natìa Estonia, miscela un po' grottesca di giallo, thriller e fantascienza, il film (girato nel 1979 dal sovietico Grigori Kromanov, alla sua ultima opera) si snoda in ottanta minuti scarsi all'interno di un albergo d'alta montagna dal nome inquietante, nella cui hall campeggia la gigantografia proprio del defunto che dà nome allo stabile. L'ispettore Glebsky vi giunge perché una telefonata anonima ha richiesto la sua presenza lì, per indagare su un omicidio; una volta sul posto lo accolgono un enorme Sanbernardo ed il simpatico signor Snewahr, proprietario dell'albergo, il quale non solo smentisce che sia avvenuto un assassinio, ma aggiunge che nessuno ha telefonato alla polizia.
Ormai è tardi per tornare indietro (il meteo è inclemente), e Glebsky si prende una meritata giornata di riposo in mezzo ai monti (per inciso, location di certo non estoni, dato che l'altura massima di quel paese non tocca i 320 metri1). Incontra i pochi altri ospiti dell'hotel (gente cordiale, in qualche caso un po' stramba), passa un bel pomeriggio e, una volta giunta la sera, una slavina isola lo chalet dal resto del mondo. E, per soprammercato, alcune cose inquietanti cominciano ad accadere: uno degli ospiti ad esempio viene davvero ucciso, un altro sparisce nel nulla, un altro strano tizio dall'aspetto e dal comportamento enigmatici (per non parlare del nome) verrà invece trovato fuori dall'albergo più morto che vivo. Insomma, che succede in questo simpatico posticino?
Non ci si aspettino sviluppi di trama alla Shining (le premesse sono del resto molto diverse, al di là dell'albergo d'alta montagna). Il nostro amico sovietico Kromanov gira una pellicola dall'atmosfera un po' malsana e poco chiara in cui si sviluppa una sorta di climax nel quale premesse credibili sfociano in una storia dalle pieghe irreali e del tutto non risolta. Il finale è infatti piuttosto ambiguo, e nel caso qualcuno non se ne fosse accorto è lo stesso Glebsky a sottolinearlo nel “monologo” finale.

La pellicola è geograficamente eterogenea. Produzione sovietica, parlata in estone, è stata girata sicuramente al di fuori della zona baltica; la sceneggiatura è tratta da un romanzo di due fratelli, Arkadi e Boris Strugatski, di origine georgiana (anche se Boris è nato in Russia), meglio noti come autori di Picnic sul ciglio della strada (il racconto che fu embrione dell'acclamatissimo Stalker di Tarkovskij). Il personaggio centrale, Glebsky, è interpretato da un lettone, l'attore Uldis Pūcītis, così come è lettone Kārlis Sebris, interprete di un altro personaggio chiave (Moses). Pūcītis, che non avrebbe sfigurato granché come volto di James Bond, è sullo schermo praticamente in continuazione e rende piuttosto credibile il suo granitico ispettore. Gli altri individui (che sono solo nove) sono generalmente più abbozzati, ed è un peccato, anche se la cosa va ad aiutare la tetra atmosfera di incertezza che pervade “Hukkunud Alpinisti” hotell. Atmosfera ben alimentata anche dalle musiche vagamente oniriche di uno dei principali artisti estoni, Sven Grünberg; nella OST peraltro spicca, per bellezza e per differenza rispetto al resto dello score, l'elettronicissima “Ball”, che finirà anni dopo in quel Sügisball di cui parlai mesi e mesi fa.

Non saprei francamente a chi consigliare un film del genere. Forse ai patiti di oscurantismo cinematografico2. Comunque, nel complesso sufficiente.
(Nota: “Hukkunud Alpinisti” hotell non è mai uscito in italiano. Se per caso, nonostante tutto, siete decisi a prenderne visione, esistono i sottotitoli in inglese (non ho indagato per altre lingue). Se però siete così bravi da essere fluenti in russo o -peggio- in estone, potete godervelo doppiato o addirittura nell'originale ugrofinnico. Beati voi!)


[1] Non ho trovato informazioni sui luoghi delle riprese. Fonti non ufficiali parlano di Francia o Svizzera francese: non ho motivo di dubitare della cosa, ma non posso nemmeno confermare con certezza. Mi pare anche strano che nel '79 una troupe -per di più baltica- abbia potuto uscirsene dall'URSS ed andare a girare tranquillamente un film nell'Europa capitalista.
[2] In realtà non so cosa sto dicendo. Non fateci caso.

domenica 17 novembre 2013

S.T.A.L.K.E.R. - Shadow of Valtenesi II: Back in the Zone





Unidentified broadcasted object

Messaggi inquietanti provenienti dal tuo televisore? Oggi è possibile. E lo era anche ieri, se è per questo.
Questo post è un sordido spin-off di Confesso che i monoscopi mi hanno sempre fatto una paura fottuta e di Cry baby lane (brivido, terrore, raccapriccio).


1. Suicide Mouse
hoax

L'episodio perduto di Topolino, o qualcosa del genere. Snervante nenia da pianoforte, bassissima qualità video, svariati minuti di insensato vuoto in mezzo e simpatiche urla da torturato nell'ultima parte. Tutto sommato gradevole.
Mi piace ricordare al proposito un messaggio letto su non ricordo quale forum: "Io non sono impressionabile, ma ci sono rimasta malissimo, mi sono pentita di averlo visto e non ho dormito tutta la notte seguente". Ah beh, meno male che non sei impressionabile.

Quindi, se siete impressionabili, non guardate.



2. Southern Television broadcast interruption
true story

Avvenuto a fine novembre 1977, il S.T.B.I. è consistito in un messaggio trasmesso da un alieno che si è sovrapposto alla normale programmazione della Southern Television (canale inglese della ITV) per qualche minuto. Nella comunicazione (abbastanza disturbata) l'alieno lanciò alcune minacce e una sorta di ultimatum.
Si pensa si sia trattato di uno scherzo da parte di qualche hacker.
Si pensa.
Tremate.



3. Bart the general
true story

I creepycosi si sono cimentati con l'idea dell'episodio perduto dei Simpson (Dead Bart), ma gli è mancata la lucida follia per avvicinarsi a questo sorprendente pezzo di delirio pubblicato (su YT) da una crew di inglesi chiamata Famicon, quasi otto anni or sono. Bart the general sta ai Simpson più o meno come Dolan sta alla Disney, in quanto a qualità di disegno, e il sonoro è in linea; non c'è nulla di realmente "spaventoso" in B.t.g., ma è una delle cose più weird che potrebbe capitarvi di vedere in vita vostra.
Gli episodi sono 4 (ma la versione integrale del primo pare irrecuperabile; posso assicurare che cinque anni fa c'era, io l'avevo vista personalmente, gnè) per un totale di 40 minuti, ma basta un minuto per capire i livelli a cui siamo. Teoricamente la storia è incompleta, ma data la natura erratica del prodotto non si può escludere che dovesse proprio finire così.



4. Cry Baby Lane
true story

Film infantil-horror del 2000 a medio budget, destinato ad un pubblico di preadolescenti. Senza infamia e senza lode, è diventato in certi ambienti celebre perché è stato per anni il [i]lost movie[/i] di più recente produzione. Trasmesso una sola volta, in seguito a proteste di genitori di bambini traumatizzati dalla visione non è più stato replicato, nessuna copia VHS o DVD è mai circolata e pare che la Nickelodeon stessa negasse di averne ancora copie. Data la natura horror del film, la storia ha preso una piega vagamente inquietante.

Qui linko, per meri fini di completezza, il film intero; ma se volete un consiglio spassionato passate oltre.

 


5. UVB76
true story

Ormai sono rimasti solo i sassi ad ignorare l'esistenza delle number station, che comunque conservano ancora un loro losco e monotono fascino. Suoni fastidiosi e frasi senza senso provengono da non sa dove e solcano l'etere destinati a non si sa chi con intenti misteriosi. Senz'altro roba militare o spionistica, ma vabbè. Nello splendido futuro in cui viviamo si sono scoperte un paio di cosette in più su di loro, ma perlopiù è nebbia fitta.
La russa Uvb76 è probabilmente la n.s. più nota e meno loquace, col suo "canto di balena" in presa diretta durato in molti casi anche per anni consecutivi, prima che un militare russo a caso buttasse lì all'improvviso qualche nome e qualche numero a beneficio del comunismo. Poi di nuovo la balena, per anni. Un palinsesto migliore di quello di Radio Deejay, sì, ma non di molto.



6. The Wyoming Incident
hoax

Ispirato ad un celebre e reale caso che tratterò nel prossimo punto (l'ultimo), il W.I. è stato un ben condotto scherzo organizzato da qualche user di SomethingAwful (mi pare). Si tratterebbe di una serie di sei video molto brevi (circa un minuto a testa) che si sarebbero sovrapposti alle regolari trasmissioni di una piccola TV locale del Wyoming: natura dell'intrusione sconosciuta, ma ovviamente con forti sospetti di mani aliene. I video sono inquietantissimi, sgranati, con scritte da paranoia e teste umane dalla fisionomia innaturale che appaiono all'improvviso. E ovviamente musichetta da diarrea istantanea. Gli sfortunati spettatori avrebbero sofferto, nel vederli, di nausea, tremori, attacchi epilettici.
I video sono fatti bene, e diversa gente ci ha creduto (anche se sono smascherabili, oltre che per semplice buonsenso, anche per motivi tecnici). Qui sotto trovate la summa degli attacchi. Il terzo segmento, a umile parere del vostro affezionatissimo, è il meglio riuscito.


 
7. The Max Headroom broadcast signal intrusion incident
true story

22 novembre 1987. 21.15 di sera. Chicago. State guardando il notiziario sportivo sulla WGN quando all'improvviso l'immagine scompare e viene sostituita per diversi secondi da quella di un tizio con la maschera di Max Headroom, e un forte ronzio in sottofondo. L'immagine torna allo studio TV quasi subito. Vi chiedete "Che caspio era quello?"
Due ore dopo, state guardando il Doctor Who sulla WTTW, e succede di nuovo. Max Headroom stavolta resta in linea per oltre un minuto, ciancia di cose assurde (appena appena comprensibili) e si fa sculacciare da qualcuno. Sparisce di nuovo.
E non torna più.

Non si è mai scoperto chi sia stato.


Il genere in Valtenesi

Ho scoperto non troppo tempo fa questo bel poliziottesco del 1974, La polizia chiede aiuto, diretto da Massimo Dallamano e con protagonisti Claudio Cassinelli, Giovanna Ralli e Mario Adorf. Il film è molto piacevole a patto di non avere lo stomaco troppo debole; non mi dilungo a parlarne (c'è molto materiale in giro), ma segnalo che, pur sapendo che fosse stato girato a Brixia et provincia (Botticino, Desenzano, Marone) è stato un piacevole shock scoprire nella pellicola squarci di Manerba.

Ecco le immagini di Opolandia (l'isola dei Conigli, la Rocca, Solarolo) all'epoca ancora verdeggiante. Sigh.


domenica 3 novembre 2013

Dopotutto in fondo mi rendo conto che sono uno stronzo e che comunque sto decisamente sbagliando qualcosa, ma non posso farci niente

Sì, sono davvero fatti così. I teenager di oggi. Che poi sono fatti come erano fatti i teenager di ieri, sono solo cambiate le tecnologie costruttive. Niente di grave. Sulla metro eccetera non si fa trigonometria però. Nella nuova metro leggera di Brescia a Sant'Eufemia/Buffalora ho trovato posto in un salottino di quattro sedili tutti vuoti. Arrivato a San Polo gli altri tre si sono riempiti con chiassose ragazzine di dubbio fascino e discutibili maniere, ciarlanti vacuità, in mano smartofoni e nelle orecchie auricolari con gli One Direction.
Non dovrei emettere giudizi perché mi rendo conto che sarebbe ingiusto, sterile, banale, fuori luogo. Io sono forse migliore? E che significa poi migliore? Che c'è di sbagliato nel loro modus vivendi? Perché mi sento così vecchio?
Ma soprattutto, chi cazzo sono gli One Direction?